Chirurgia flebologica
La Chirurgia della insufficienza venosa cronica in generale e della malattia varicosa in particolare, è profondamente cambiata negli ultimi anni.
Fino a metà degli anni 80 veniva praticata una chirurgia aggressiva, tesa ad asportare, in ogni caso, tutti i vasi asportabili, purtroppo spesso anche quelli sani, quasi sempre dopo diagnosi empiriche ed affrettate, prive del fondamentale ausilio strumentale. Si è passati quindi gradatamente ad una chirurgia più mirata, cercando di rispettare le vene sane, dopo un accurato studio emodinamico cercando di essere sempre meno invasivi attuando terapie tra loro integrate, scegliendo ogni volta il trattamento più idoneo al singolo paziente.
Le terapie chirurgiche più attuate e che attualmente offrono i migliori risultati, sia funzionali che estetici, soprattutto quando vengono tra loro integrate, e quando viene preventivamente attuato uno scrupoloso studio emodinamico preoperatorio, sono rappresentate da:
- asportazione delle sole vene malate, rispettando scupolosamente i tratti sani
Chirurgia Ablativa Regolata
- interruzione del reflusso principale alla giunzione femorale, conservazione dei tronchi safenici, utilizzandoli insieme alle vene perforanti come rientro privilegiato nel circolo profondo, scaricando così la pressione dal sistema superficiale
Chirurgia Emodinamica Conservativa ( C.H.I.V.A. )
- asportazione delle vene più superficiali attraverso piccole incisioni, da 2 a 5 mm, utilizzando appositi uncini fleboestrattori. La piccola incisione non richiede punti di sutura ( un solo punto nella tecnica modificata ) e di solito non residua alcuna cicatrice anche dopo breve tempo
Flebectomia per Mini Incisioni
- una fibra ottica, posizionata all'interno della vena sotto guida ecografica, genera luce ad una determinata lunghezza d'onda (800 - 1000 nm) trasmettendo selettivamente calore alla emoglobina e/o all'acqua e da questi alla parete venosa. Il calore sulla superficie interna della parete venosa determina restringimento ed obliterazione della vena stessa
Laser Endovasale
- ottiene lo stesso effetto di riscaldamento restringimento e obliterazione provocato dal Laser, non con la luce, ma con onde elettromagnetiche portate direttamente sulla superficie interna della vena da una sonda, posizionata sempre sotto guida ecografica
Radiofrequenza Endovasale
- interruzione al di sotto della fascia muscolare delle vene perforanti che mettono in comunicazione il sistema profondo con il superficiale con tecnica endoscopica
S.E.P.S. ( Subfascial Endoscopic Perforating Surgery )
- ricostruzione chirurgica dell'integrità delle valvole all'interno delle vene per consentire nuovamente la continenza e impedire il reflusso
Valvuloplastica ( interna, esterna )
Tutte queste procedure vengono di regola eseguite in anestesia locale.
Il paziente appena terminato l'intervento è in grado di camminare regolarmente, in pratica, senza limitazione alle normali attività.
Di regola non avverte dolore o solo una modesta temporanea dolorabilità che, in genere, si riduce o scompare camminando e non necessità di analgesici. Il paziente è comunque costantemente seguito, viene fornito il recapito telefonico dello specialista che può contattare in qualunque momento per qualunque necessità.
Al momento della dimissione verranno programmati i controlli, le eventuali medicazioni e procedure integrate.
Collegamenti:
Informazioni per i pazienti

La prevenzione è sempre più efficace della cura...
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